lunedì 24 novembre 2008
Manifesti per il percorso di avvento
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Etichette: avvento, Catechismo
martedì 18 novembre 2008
COPIONE RECITA DI NATALE
N: Una volta, mancava poco a Natale, un bambino fece il suo presepio. Preparò le montagne di cartapesta, il cielo di carta da zucchero, il laghetto di vetro, la capanna con sopra la stella. Dispose con fantasia le statuine, levandole una per una dalla scatola in cui le aveva riposte l'anno prima. E dopo che le ebbe collocate qua e là, al loro posto - i pastori e le pecore sul muschio, i re Magi sulla montagna, la vecchina delle caldarroste presso il sentiero - gli sembrò che fossero poche. Restavano troppi spazi vuoti. Che fare? Era troppo tardi per uscire a comprare altre statuine, e del resto lui di soldi non ne aveva tanti...
B: Questo presepe è proprio vuoto! Poi figuriamoci, la mamma non voleva nemmeno farlo, dice che sporca tutto, anzi che mi compra le statuine nuove. E poi comunque è già tardi, il negozio ormai è chiuso. Come posso fare?
Mentre si guardava intorno, in cerca di un'idea, gli capitò sotto gli occhi un altro scatolone, quello in cui aveva messo a riposo, in pensione, certi vecchi giocattoli:
B: Idea! Tanto Gesù mica si offende!
N: Accanto alla Sacra Famiglia, alla vecchietta, al pastore e alle pecorelle comparvero, un pellerossa di plastica, un piccolo aeroplano rotto con l'aviatore, un cow-boy, un cuoco e una bambolina un po' «hippy », con la chitarra a tracolla che gli era capitata in casa per combinazione, dentro la scatola del detersivo per la lavatrice. Lui, naturalmente, non ci aveva giocato mai, i maschi non giocano con le bambole. Però, a guardarla, era proprio carina.
Posizionati tutti i personaggi vecchi e nuovi, il bambino contemplò soddisfatto il suo lavoro, poi andò a letto e si addormentò subito.
CORO: anche quest’anno è già Natale
Anche quest'anno è già Natale Potremmo essere più buoni sono le promesse, sono le speranze che ancora battono nei cuori, scegliere il bene e non il male vivere insieme se no che Natale è. Vedo le luci di tutte le vetrine un cielo di stelline sugli alberi.
Sento le voci di questi mille anni che stanno andando via ho bisogno di una magia, ho bisogno di una magia se no che Natale, se no che Natale è. Oh oh oh oh oh oh, che Natale èOh oh oh oh oh. Auguri e baci e buon Natale e tutto passa in un momento come le promesse, come le speranze che poi si perdono nel vento E chi sta bene e chi sta male. Vivere insieme se no che Natale, se no che Natale è. Oh oh oh oh oh oh, che Natale è Oh oh oh oh oh. Se no che Natale è.
IL BAMBINO SI STENDE SUL PRIMO SCALINO E FA FINTA DI DORMIRE
(CUSCINO E COPERTA)
N: Allora si svegliarono le statuine del presepio.
Il primo ad aprire gli occhi fu uno dei pastori. Egli notò subito che c'era qualcosa di nuovo e di diverso nel presepio. Una novità che non gli piaceva troppo. Anzi, non gli piaceva per niente.
P - Ehi, ma chi è quel tipaccio che segue il mio gregge con in mano un'accetta? Chi sei? Che cosa vuoi? Vattene in fretta, prima che ti faccia azzannare dai miei cani.
I - Augh, - (fece per tutta risposta il pellerossa).
P - Come hai detto? Senti, parla chiaro, sai? Meglio ancora, non parlare per niente e porta il tuo muso rosso da un'altra parte.
I - Io restare, - (fece il pellerossa) - augh!
P - E quella scure? Che ci fai, di' un po'? Ci accarezzi i miei agnelli?
I - Scure servire per tagliare legna. Notte fredda, io volere fare fuoco.
(In quel momento si svegliò anche la vecchina delle caldarroste e vide la ragazzetta con la chitarra a tracolla.)
V - Dico, ragazza, che specie di cornamusa è la vostra?
R - Non è una cornamusa, è una chitarra.
V - Non sono cieca, lo vedo bene che è una chitarra. Non lo sai che qui sono permesse solo le zampogne e i pifferi?
R - Ma la mia chitarra ha un bellissimo suono. Sentite...
V - Per carità, smettila. Sei matta? Ma senti che roba. Ah, la gioventù d'oggigiorno. Dammi retta, fila via prima che ti tiri in faccia le mie castagne. E guarda che scottano, perché sono quasi arrostite.
R - Sono buone le castagne, - (disse la ragazza).
V - Fai anche la spiritosa? Ma sei pure una ladra, oltre che una svergognata. Ora ti faccio vedere io... Al ladro! Anzi, alla ladra!
(Ma il grido della vecchietta non fu udito. L'aviatore, infatti, aveva scelto proprio quel momento per svegliarsi e accendere il motore. DECOLLO AEREOPLANO Fece un paio di giri sul presepio, salutando tutti con la mano, e atterrò vicino al pellerossa. I pastori lo circondarono minacciosi.
P - Cosa vuoi fare, spaventare le pecore? Distruggere il presepio con le tue bombe?
A - Ma io non porto bombe, questo è un apparecchio da turismo. Volete fare un giretto?
P - Fallo tu, il giretto: gira bene al largo e non farti più vedere da queste, parti.
V - Si, si e mandate via anche questa ragazzaccia, che mi vuol rubare le castagne!
R - Nonnina, non dite bugie. Le vostre castagne, se me le volete vendere, ve le pago.
V - Mandatela via, lei e la sua maledetta chitarra!
P - E anche tu, muso rosso, torna alle tue praterie: non vogliamo predoni, tra noi.
In quel momento al gruppo si avvicinarono il cow-boy e il cuoco.
p – Ecco! E questi adesso chi sono?!
c – CORO: BABY CAW-BOY
Baby cow-boy!Baby cow-boy!Un cow-boy è un cow-boy... tipo duro, peròSe gli altri son terribili dal cuore nichelcromoIo sono un'eccezione, lo dico solo a voi:Io sono un baby cow-boy!La mia pistola spara solamente fioriE quando spara non fa mai fori;Per questo la mia bandoliera è caricatadi pansé,Violette calibro non ti scordar di me!Mi serve il laccio per legare pacchettiniDi buoni dolci per i bambini,Perciò con questo laccio d'oro fatto a fili di lamé Io confeziono un cabarè pieno di bignè!Baby cow-boy!Baby cow-boy!
P – Ma dove siamo arrivati! Una pistola nel presepe! Questo è davvero troppo .L’altro con il coltello. No, no. Voi avete sbagliato strada.
CU – A me il coltello serve per cucinare. So preparare dei piatti buonissimi…o almeno ci provo
CORO: IL CUOCO PASTICCIONE
Nella cucina del gran ristoranteChe profumino, davvero invitante!Tra lasagnette, arrosti e supplìC'è un cuoco piccolo, alto cosìÈ un cuoco buffo, particolareContinuamente vuole assaggiareMa si dimentica di controllareSughi e polletti, torte e babàBianco il cappello, che sembra un funghettoNon sta mai fermo, è come un follettoPrimi, secondi, prosciutto e piselliTroppe le pentole sopra i fornelli...Al fuoco! Al fuoco! È stato il cuoco!Che confusione, che cuoco pasticcione!Che fumo! Che fumo! Va tutto in fumo!Che confusione, che cuoco pasticcione!Aiuto! Aiuto! Aprite la finestra!Che confusione, che cuoco pasticcione!
V – Voi nel presepe non ci potete stare. Punto e basta. Sciò! Soprattutto quella ladra con la chitarra!
S – Ehy! (tutti ignorano la stella cometa)
A - Nonnetta ma perché strillate tanto? Dite piuttosto alla signorina di farci sentire qualcosa. La musica mette pace.
P - Facciamola corta, o ve ne andate tutti con le buone, o sentirete un'altra musica.
I - Io stare qui. Ho detto.
R/c/cu – Anche noi!
A - Io poi, sono arrivato da lontano, figuriamoci se me ne voglio andare. Su, ragazzina, attacca, vediamo se la tua chitarra rabbonisce la compagnia.
(La ragazza non se lo fece ripetere e cominciò a pizzicare le corde – HAPPY DAYS o simile)
V - Per carità! Che roba è questa? Smettila sa!
I – Tu volere ragione per forza vecchietta, questa non essere cosa buona e giusta.
V – Ma te che ne sai?
S – Ehy! Ci sono anche io. (tutti ignorano la stella cometa)
(Il pastore si avvicina minaccioso all’indiano, l’aviatore cerca di dividerli, il cow boy tiene l’indiano e il cuoco il pastore, la ragazza comincia a fare note a caso sulla chitarra per fare confusione, la vecchietta si chiude le orecchie e tira castagne. Con la discussione animata ed il suono della chitarra, Gesù iniziò a piangere così l’Angelo del presepe chiese aiuto ai nuovi personaggi del presepio).
A - Vi prego,smettetela. Avete svegliato il bambino Gesù con tutta questa confusione. Invece di litigare venite a confortarlo che è spaventato! Ognuno di voi sa fare qualcosa di speciale. Voglio proprio vedere se sapete usare i vostri talenti per qualcosa di buono!
I - Augh, io pensare a fare ridere lui–
BALLETTO DEGLI INDIANI
I - Io posso fare la danza indiana della felicità. Su ballate tutti con me!
L’indiano ideò un balletto e Gesù, vedendolo, rise.
R – Io invece so suonare. Conoscete questa canzone?
CORO: CANTO NATALIZIO:
La ragazza suonò e cantò una bella canzone
M – Grazie. Siete stati così bravi che Gesù si è addormentato.
P – Io posso donare la coperta fatta con la lana delle mie pecore, per scaldare il bambino.
G – Grazie pastore.
S – Uffa! Ma qualcuno vuole guardare qui!? (tutti ignorano la stella cometa)
C – Questo invece è un omaggio alla mamma di tutti.
M – Oh grazie davvero signor cow-boy.
Il cow-boy donò i fiori della sua pistola alla Madonna e il cuoco iniziò a preparare un bel pranzetto, con le castagne che gli dava la vecchietta.
CU – Se potessi trovare qualcosa di speciale, potrei preparare un bel pranzetto.
S – Ti aiuto io a cercare qualcosa nel bosco! (tutti ignorano la stella cometa)
V – Non preoccuparti, ci sono le mie castagne. Riesci a cucinarle in qualche modo?
CU – Certo. Posso farci una bella torta. Zucchero, farina e lievito non mancano mai nella mia borsa!
Il pilota che non aveva niente da donare prese il suo aereo e andò in cerca della stella cometa.
S – Finalmente qualcuno si è accorto di me! Erano ore che urlavo da qui sopra!
A – Scusa non ti abbiamo sentito.
S – Ci credo. Facevate un baccano per litigare.
A- Si ma poi si è risolto tutto quando abbiamo visto il bambino.
S- Che bambino?
A- Vieni a vedere (raggiungono la capanna)
G – Un po’ di luce in questa notte era proprio quello che mancava! Grazie aviatore.
Allora la stella cometa prese sembianze di bambina e andò a vedere il bambino nella culla. Poi, tutti stretti intorno alla capanna:
CANTO: A NATALE PUOI
A Natale puoifare quello che non puoi fare mai:riprendere a giocare,riprendere a sognare,riprendere quel tempoche rincorrevi tanto.È Natale e a Natale si può fare di più,è Natale e a Natale si può amare di più,è Natale e a Natale si può fare di piùper noi:a Natale puoi.A Natale puoidire ciò che non riesci a dire mai:che bello è stare insieme,che sembra di volare,che voglia di gridarequanto ti voglio bene.È Natale e a Natale si può fare di più,è Natale e a Natale si può amare di più,è Natale e a Natale si può fare di piùper noi:a Natale puoi.È Natale e a Natale si può amare di più,è Natale e a Natale si può fare di piùper noi:a Natale puoi.Luce blu,c’è qualcosa dentro l’anima che brilla di più:è la voglia che hai d’amore,che non c’è solo a Natale,che ogni giorno crescerà,se lo vuoi.A Natale puoi.È Natale e a Natale si può fare di più,è Natale e a Natale si può amare di più,è Natale e a Natale si può fare di più,è Natale e da Natale puoi fidarti di più.A Natale puoipuoi fidarti di più.A Natale puoi.
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lunedì 10 novembre 2008
Per il dopocresima
Pubblicato da SacroCuore alle 17:37 5 commenti
Etichette: Dopocresima
Un Natale mondiale
Presentatore1:
Presentatore2:
Noi ragazzi attraverso un viaggio nei continenti abbiamo scelto di esplorare l’universo delle diversità umane perché vogliamo che il nostro augurio non rimanga chiuso su noi stessi, sui nostri problemi e le nostre situazioni. Il messaggio che vogliamo trasmettervi è un messaggio di pace e d’amore unanime, dipinto dai colori del mondo. Buon ascolto!
N: Da pochi giorni era passato Natale. Dio convocò il gran consiglio degli angeli perché potessero informarlo sul risultato della missione che Egli aveva affidato loro.
1 scena
http://www.youtube.com/watch?v=TTE2QtOu5LI&feature=related
Gli angeli dipingono le nuvole. Ballo e canto su questa musica.
A0: Forza, forza. Siamo stati convocati da Sua Eminenza Altissima, Reverendissima, d’urgenza. Sbrigatevi. Aggiustatevi. Pettinate le ali. Ricomponetevi. Via. Via.
Si spengono le luci.
2 scena
Ambientazione: Dio seduto sul trono (in un angolo), entrano i 5 angeli (+eventualmente il capo Angelo (animatore))
BALLETTO d’entrata degli angeli su
CORO Gloria
Inchinandosi uno alla volta:
A0: Permesso…
A1: Buongiorno
A2: Egregissimo
A3: Misericordiosissimo
A4: Eccellentissimo
A5: Signore
Dio:Buongiorno a voi Angeli eletti per portare a termine la Missione Peace&Love
TUTTI(o uno per volta): O-no-ra-ti-ssi-mi
Dio: Cosa potete dirmi di nuovo? Com’è andato il Natale laggiù? Lo so che la missione era faticosa e che avevamo poche probabilità di riuscita tuttavia avevo grande fiducia in voi. D’altronde siete i migliori!
(gli angeli potrebbero tirar fuori un paio di occhiali da sole e lucidarsi le unghie per darsi delle arie)
A0: In effetti è stata dura, Signor Dio. Adesso le mostriamo tutto quello che è successo!
Si spengono le luci. Rimane Dio seduto sul trono in un angolo davanti ad un televisore e il Capo-Angelo.
Gli angeli partono con la missione di donare una stella a quelli che hanno bisogno di riscoprire il Natale.
Si potrebbe prendere un mappamondo e far vedere come gli angeli decidono di dividersi la terra. Alla fine:
L’angelo bianco vola in Europa e lascia la sua stella vicino ad un bambino davanti alla play station.
L’angelo rosso va in Africa e lascia la stella ad una bambina che trasporta acqua.
L’angelo giallo va in Asia e lascia la stella ad un bambino che cuce palloni.
L’angelo azzurro va in Oceania e lascia una stella ad un aborigeno.
L’angelo rosso va in America e lascia la stella ad un ragazzo con una pistola in mano.
Mentre succede questo il gruppo CANTO intona A Natale puoi mentre il gruppo BALLO danza sullo sfondo.
Dio: Non è andata poi così male. Qualcuno siamo riusciti a salvare anche quest’anno.
A0: Oh si. Ma sai quanto c’è da fare laggiù!? Tra quelli che non ci credono più, quelli che stanno perdendo la speranza, quelli che sono troppo stanchi per provarci… E’ un vero casino laggiù, lasciatelo dire.
Dio: credi non lo sappia? Ma io cosa posso fare di più. Ho in mente grandi progetti ma pare che nessuno li voglia ascoltare. Mi sembra di parlare al vento.
A0: lo so, lo so. Non ti abbattere. Intanto guarda com’è finita la missione…
Al centro si posiziona la capanna del presepe con dentro Gesù, Giuseppe e Maria. Davanti in cerchio i 5 rappresentanti dei continenti insieme agli angeli intonano il ritornello del Gloria.
Alla fine ognuno di loro va ad accendere la candela del proprio colore e recita una preghiera:
E: Questo è il continente in cui il benessere ha tolto spazio al sentimento. Dove si preferisce starsene a casa piuttosto che uscire e stare in mezzo alla gente. Un continente dove il progresso ha portato alla solitudine, dove non si ha più tempo per sognare e per godere delle cose semplici del mondo.
Non dimenticare l’Europa.
AF: Questo è il continente dove i bambini non hanno cibo, medicine e scuola. Dove gli adulti non hanno il lavoro e la speranza. Dove anche le malattie più banali ti condannano alla morte. Dove si commerciano le armi e si arruolano i bambini per farne soldati. Non dimenticare l’Africa.
AS: Questo è il continente in cui i bambini vengono sfruttati per produrre quello che gli altri continenti consumeranno. Questo è il continente dei disastri atmosferici, dove i bambini rimangono orfani, costretti a mendicare. Non dimenticare l’Asia.
AM: Questo è il continente della violenza. Dove i giovani posso avere facilmente un’arma, entrare in una scuola e fare strage di altri giovani. Questo è il continente dei bambini di strada, costretti a nascondersi per non essere uccisi. Non dimenticare l’America.
O: Questo è il continente degli aborigeni, relegati al confine del mondo, costretti a rinunciare alla loro storia e alle loro tradizioni. Obbligati a perdere la loro identità. Non dimenticare l’Oceania.
Si prende un mappamondo e lo si mette al centro. Tutti i bambini cantano insieme: Oh happy day.
Pubblicato da SacroCuore alle 17:23 0 commenti
Allarme nel presepio
V - Per fare contento Gesù, darò un po’ di cibo a tutti voi. Anche il pilota decise di aiutarli: con l’elica rotta che non gli era più utile, costruì una piccola giostra per il bambino.Ognuno col proprio contributo riuscì a confortare il piccolo, tutti smisero di litigare e nel presepio ritornò la pace.
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Canto di Natale - C. Dickens
PERSONAGGI
Ebenezer Scrooge
Bob Cratchit
Fred
Prima Dama di Carità
Seconda Dama di Carità
Spirito del Natale Passato
Spirito del Natale Presente
Spirito del Natale Futuro
Scrooge da bambino
Fanny
Signor Fezziwig
Moglie di Fred
Mendicante
COPIONE
Il sipario è chiuso e comincia a parlare una voce fuori campo.
Narratore: E’ la Vigilia di Natale: tutta la città è in fermento e si respira un’aria di festa, di pace e di serenità. I negozi stanno per chiudere e i ritardatari si affrettano a comprare gli ultimi regali, per poi correre a casa dalle proprie famiglie per il cenone.
Si apre il sipario: alla destra di chi guarda c’è un uomo seduto ad una scrivania che fa dei conti. Sullo sfondo ci sono una poltrona e una finestra.
Narratore: Ebenezer Scrooge era un revisore contabile: una volta aveva anche un socio, Jacob Marley, che era morto l’anno precedente. Ma a Scrooge questo non interessava: il giorno del funerale era andato al lavoro come al solito, perché a lui importava soltanto di fare soldi. Era l’uomo più avaro, più egoista e più scorbutico della città. Ed era anche il più solo.
Da sinistra entra un ragazzo, Fred.
Fred: Ciao zio!
Nessuna risposta.
Fred: Zio?
Ebenezer: Che vuoi?
Fred: Sono venuto ad invitarti a passare il Natale con me e mia moglie. Allora vieni?
Ebenezer: Non se ne parla! Ho di meglio da fare! E poi non me ne importa proprio nulla del Natale!
Fred: D’accordo, ciao…
Entrano due donne da sinistra.
Prima dama di carità: Buon Natale! Stiamo raccogliendo fondi per gli orfani: così avranno qualcosa da mangiare e qualche dono per Natale.
Ebenezer: Volete soldi? Non ci penso nemmeno! Che si arrangino quei mocciosi! Andatevene via!
Seconda dama di carità: Lei è un uomo senza cuore! Addio!
Da dietro le quinte a destra esce un uomo con dei libri, che appoggia sulla scrivania di Scrooge.
Bob Cratchit: Io ho finito con l’archivio. Posso andare a casa ora?
Ebenezer: E perché mai? Sono appena le sette!
Bob Cratchit: Ma Signor Scrooge! E’ la Vigilia di Natale e vorrei tornare a casa prima, per cenare con la mia famiglia. La prego, mi lasci andare!
Ebenezer: E va bene, piantala di insistere! Ma ne terrò conto nella busta paga!
Bob Cratchit: Grazie! Buon Natale!
Bob esce.
Si abbassano le luci e restano così fino alla fine.
Narratore: Scrooge era davvero un uomo senza cuore. Alle undici, si incamminò verso casa. Lungo la strada incontrò una mendicante che chiedeva la carità, ma potete immaginarvi come si comportò.
Scrooge esce e rientra quasi subito. Si stiracchia un po’ e va a sedersi sulla poltrona.
Da fuori si sente suonare una campanella. Scrooge si sveglia.
Spirito passato: Ebenezer! Ebenezer!
Lo spirito si mette al centro del palco e Scrooge gli va incontro.
Ebenezer: E tu chi sei? Cosa ci fai qui?
Spirito passato: Sono lo spirito del Natale passato. Devo farti vedere delle cose che tu hai dimenticato.
Si voltano a sinistra, dove entrano un ragazzino e un uomo. Il ragazzino si siede a gambe incrociate e gioca da solo con una macchinina. L’uomo balla e canticchia.
Spirito passato: Li riconosci?
Scrooge fa segno di sì con la testa.
Spirito passato: Quel bambino sei tu da piccolo. Eri orfano e solo, come quei bambini a cui oggi hai negato un’offerta.
Entra una ragazza, che si inginocchia vicino a lui e gli accarezza la schiena.
Spirito passato: Per fortuna c’era tua sorella Fanny a darti un po’ di affetto. Ora lei è morta e tu oggi hai trattato molto male suo figlio Fred, tuo nipote. (pausa)
Quell’uomo è il Signor Fezziwig, il tuo primo datore di lavoro: era così allegro e generoso, ti ha aiutato e sostenuto. E per Natale dava delle feste bellissime per i suoi dipendenti e per i suoi amici. Non si può dire lo stesso di te, che con il tuo impiegato sei davvero scorbutico e lo paghi una miseria.
Scrooge, un po’ per la vergogna, un po’ per la tristezza, scuote la testa e si porta una mano alla fronte.. Nel mentre, escono tutti. Si stropiccia gli occhi e si massaggia la testa, poi torna a buttarsi sulla poltrona.
Si sente di nuovo la campanella ed entra lo Spirito del Natale presente.
Spirito presente: Sei tu Scrooge? Piacere, sono lo Spirito del Natale presente. Vieni che ti mostro alcune cose che devi assolutamente sapere.
Entrano Fred e Bob Cratchit. Fred sta a testa bassa ed è triste. Bob sta costruendo una stampella.
Spirito presente: Tuo nipote Fred è molto triste per come l’hai trattato oggi pomeriggio. Ci teneva a passare il Natale con te, ma tu l’hai cacciato via. (pausa)
Bob Cratchit, invece sta preparando una stampella per suo figlio Tim, che è molto malato e ormai non riesce più a reggersi in piedi da solo. Non la può comprare perché ha altri quattro figli e lo stipendio che gli dai tu è troppo basso. Non può permettersi nemmeno le medicine. Ma a te non è mai importato nulla di lui e della sua famiglia.
Scrooge abbassa la testa e la scuote, mentre gli altri escono. Va sedersi di nuovo sulla poltrona.
Suona la campanella e Scrooge, preparato, va subito al centro del palco.
Entra lo Spirito del Natale Futuro, vestito con una tunica nera e un cappuccio.
Ebenezer: Fammi indovinare: tu sei lo Spirito del Natale Futuro. Forza, mostrami cosa mi aspetta!
Entrano tre donne: due sono le dame di carità e la terza è la moglie di Fred. Stanno chiacchierando insieme.
Prima dama: Avete visto? Nessuno è andato al funerale di quel vecchiaccio di Scrooge. C’erano solo il prete e il becchino.
Seconda dama: E chi volevi che ci andasse? Non aveva amici, non aveva nessuno, a parte i suoi soldi. Ma non li ha mica portati nella tomba!
Moglie di Fred: Certo che no! Li ha ereditati tutti mio marito Fred e sono davvero tanti! Non vedo l’ora di spenderli!
Le donne escono.
Narratore: Ebenezer Scrooge era molto provato da quello che aveva visto quella notte. Aveva capito quanto era stato avido ed egoista in tutta la sua vita. Aveva capito di aver fatto tanti errori e se lo aspettava di fare una fine così, solo e dimenticato da tutti.
Ma quando vide Bob Cratchit, inginocchiato su una tomba al cimitero, si sentì scoppiare il cuore dal dolore.
Ebenezer: Cosa ci fa Bob al cimitero? Di chi è quella tomba? Non si tratterà mica di Tim? Cosa è successo, spirito? Parla!
Lo spirito non dice nulla e Scrooge si avvicina a Bob.
Ebenezer: E’ proprio Tim! Allora morirà! Ed è tutta colpa mia!
Scrooge corre dallo spirito e lo scuote, ma lo spirito non parla.
Ebenezer: Cosa posso fare per evitare tutto questo? Come posso rimediare?
Lo spirito e Bob escono e resta Scrooge che si inginocchia disperato al centro del palco, piangendo.
CORO: A Natale puoi.
Narratore: Scrooge era disperato, perché pensava che ormai fosse tutto perduto. Ma venne il giorno e lui era ancora vivo. Ed era Natale! Forse era ancora in tempo! Corse in piazza dove trovò tutte le persone a cui aveva fatto del male.
Si dispongono a semicerchio partendo da sinistra: le due dame di carità che chiacchierano insieme. La mendicante seduta a terra col piattino delle offerte. Fred e la moglie, a braccetto, che parlano con Bob Cratchit.
Ebenezer va dalle dame: fruga nelle sue tasche e mette in mano dei soldi a una di loro.
Ebenezer: Tenete, questi sono per gli orfani. E ve ne darò degli altri!
Ebenezer va dalla mendicante e lascia una moneta nel piattino.
Ebenezer: Questo è per te! Buon Natale!
Va infine dagli altri tre.
Ebenezer: Caro Fred ti ringrazio per il tuo invito. Passerò volentieri il Natale con te e con la tua splendida moglie. Quanto a te Bob, ti alzerò lo stipendio e salveremo il piccolo Tim!
Ebenezer va al centro del palco, rivolto al pubblico. Gli altri si mettono intorno a lui: la loro faccia prima era stupita, ma ora sorridono.
Ebenezer: Voglio cambiare, voglio essere buono, voglio fare felice chi mi sta intorno! Buon Natale a tutti!
Tutti in coro: Buon Natale!
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giovedì 6 novembre 2008
Per il nostro Francesco
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Etichette: Preghiere, San Francesco
Preghiera per i giovani
Pubblicato da SacroCuore alle 09:51 0 commenti
Etichette: Dopocresima, Preghiere
mercoledì 5 novembre 2008
Mio Gesù
so che non comandi nulla d’impossibile;
conosci meglio di me la mia debolezza e la mia imperfezione,
sai pure che mai riuscirei ad amare i miei fratelli e le mie sorelle
come le ami tu,
se non fossi ancora tu, mio divino Salvatore,
ad amarle in me.
E’ perché vuoi concedermi una simile grazia
che hai fatto un comandamento nuovo.
Ch’io lo ami, dunque, poiché mi dona la certezza
che la tua volontà è di amare in me
tutti coloro che mi comandi di amare.
Pubblicato da SacroCuore alle 17:18 1 commenti
Etichette: Preghiere
Chi sei tu?
Spesso sembri lontano, distaccato, pare nn fregartene proprio niente d qllo che hai intorno; boh, a volte m kiedo come vedi il mondo, a cosa pensi, sempre se lo vedi qsto mondo e se pensi qlche volta. Sarà ke vivi il periodo dl cambiamento, tutto gira a velocità folle attorno a te (già,perché “tutto è intorno a te” e “life is now” grazie all’Infinity,no?), un giorno può valere un mese; sarà ke senti l’instabilità della tua vita: fai cose ke hanno 1 termine, tipo la scuola; ecco la parola ke cercavo: mi sembri un po’”provvisorio”. Oh, senza rancore, eh?!
A proposito d squola: come va a scuola? Kissà, magari sei 1 sekkioncello da 10 in condotta e anche in palestra e con le ragazze tutto fila; beh, vista così non è neanche male: prof, classe, gite, tutto funziona. Ma magari qlcosa nn va… nn ti pare ke tutto sia fisso, rigido,imbrigliato? T capisco, anke se forse nn c crederai: tu kiedi solo spazio, hai bisogno d tirar fuori qllo ke hai dentro: creatività, espressione, qsto ti serve e poi vuoi capire, conoscere, essere aiutato a crescere… ma la lezioncina impartita ogni matt dal prof davvero t aiuta a crescere?
E poi, scusa, ki c’è a casa con te il pomeriggio mentre studi, o mentre vai e vieni dalle tue mille attività? Mah, i tuoi li vedi mai? Sì, sn d’accordo, meno stanno tra i piedi meglio è. Eppure qualcosa dentro ce l’hanno anke loro; so ke sembra impossibile, ma tra 1 corsa al lavoro, spesa, casa, baruffe e rimproveri ci sn dlle cose ke potrebbero anke aiutarti a capire ciò che ti sta succedendo… già succedendo a te: non vedi qll’ombra di mezzi baffi che hai stto il naso? E tu, bella, nn vedi ke ai maschi casca continuamente l’okkio proprio lì? Proprio così, cari giovanissimi, so bene cosa studiate più volentieri: altro che Dante, l’inglese o l’elettronica, a voi interessa l’anatomia! Le curve dlle vs compagne di classe, maschietti, o gli okki, le mani e il sedere dei vs compagni, signorine, qlli sì ke li sapete a memoria e non siete mai stanki di ripassarli, anke nei minimi particolari. Eppure v sent anke tremendamente osservat: voi guardate, ma anche gli altri v guardano, e cosa dareste x sapere cosa pensano davvero di voi?
Poi vengono tutte le para sul sesso, che palle: attento di qua, attento di là, ke senso ha aspettare a farlo? La kiesa nn t dispiace neanke tanto, il gruppo è figo, c sono tutti i tuoi amici, gli anim sono fuori, ma kome si concilia tutta sta roba con qllo ke dicono i preti sul sesso? E i tuoi l’avranno fatto prima o dopo essersi sposati? Boh, magari si saranno sposati così giovani proprio per farlo!
Dimmi la verità: qnti mp3 hai nell’ipod? Immagino centinaia e migliaia di giga. Mai 1 volta ke ti veda senza cuffiette o senza le casse a palla! Ma qnta roba hai da ascoltare? A parte che potresti anke passare qlcosa, hai mai pensato al silenzio? Cosa t dice la parola silenzio? Sai, ti confesso ke m è capitato di pensare male di te: secondo me, tu vuoi evitarlo il silenzio, hai paura di ciò ke hai dentro, là in fondo nl cuore: già, hai 1 fifa enorme d te, di ciò ke 6 davvero, al di là di qllo che vedono gli altri.
Sai xchè ti dco ‘ste cose? Xchè qndo ai giovanissimi parliamo di temi grandi più d noi, ed io mi sento 1 tv ke parlaparla xchè nessuno mai vuol dire qlcs di sé, in realtà vedo ke in fondo ai tuoi occhi c sono domande incredibili: ti kiedi ki sei, qnto vali, in ke condizione t trovi e a qle puoi aspirare. Già, t fai qlle ke i vecchi kiamano domande d senso. E sn anke convinto ke, seppure fart fare 1 attività spesso è 1 parto, le proposte impegnative, quelle che puntano in alto e fanno davv crescere, qlle fanno x te, c credo davv. È qsto mondo falso ke t da sui nervi, vedi 1 skiera d automi programmati, vekki e da qsto vuoi fuggire. T serve qlcn d onesto, 1 ke t ascolti e t prenda sul serio, senza giudicart subito, sl x il tuo aspetto. Alla fine hai rag tu: il mondo nn è degli adulti, è anke tuo, di prof ne hai le taske colme, è ora ke qlcn stia cn te e t askolti.
D’altra parte cm si fa ad ignorare tt qlle passioni, spinte, talent ke proprio ora saltano fuori; t assicuro, si ved benissimo anke da qui. Su qst base vuoi crescere, xke qst sei tu.
Pubblicato da SacroCuore alle 17:03 0 commenti
Etichette: Dopocresima, Per riflettere
Proposta per quelli del dopocresima
Allora, chi si offre per questo sabato alle 15.00?
Pubblicato da SacroCuore alle 16:30 1 commenti
Etichette: Dopocresima, Proposte
L'ARCA DI NOE'
Gioco da giocare: all'aperto e al chiuso
N. giocatori: da 10 a 40 Età: da 8 a 30
Durata media: 15 minuti
Tipo gioco: movimento
Categoria: percezione, biblico
Fonte: Qumran2
Ambientazione:Sta per arrivare il diluvio universale e gli animali devono affrettarsi a salire sull'arca, ma...cosa succede? Gli animali sono mescolati tra di loro e non riescono più a ritrovarsi. Solo una specie si salverà: quale sarà mai?
Materiale necessario:- sacchetto - coppie di biglietti con su scritti nomi di animali
Regole:Ci si dispone in cerchio. In un sacchetto il capogioco preparerà in precedenza delle coppie di foglietti con su scritto il nome di un animale. A turno, ciascun giocatore pescherà un biglietto, ma non lo dovrà leggere fino al via del capogioco. Appena questi avrà dato il via, ognuno leggerà il proprio bigliettino e inizierà a fare il verso dell'animale che gli è capitato, scritto sul foglietto. Dovrà intanto fare attenzione ad ascoltare gli altri versi e riuscire a capire dove si trova l'altro esemplare della sua specie. Appena lo avrà trovato, riconoscendone il verso, correrà verso un punto stabilito in precedenza (l'arca) e aspetterà l'arrivo delle altre specie. L'ultima coppia di animali a salire sull'arca sarà eliminata e quindi condannata all'estinzione. Il gioco prosegue nello stesso modo, dopo aver rimosso i due biglietti dell'animale eliminato e rimesso tutti gli altri nel sacchetto. Il gioco prosegue fino a che non rimane una sola coppia di animali: l'unica superstite del diluvio universale!
Vince: i due giocatori rimasti in gara fino alla fine.
Valori educativi: collaborazione, amicizia
Pubblicato da SacroCuore alle 12:29 0 commenti
Etichette: Gioco, Gioco a coppie
LA CATENA UMANA
Gioco da giocare: all'aperto e al chiuso
Materiale necessario: foglietti di carta
Regole: si dividono i ragazzi in due squadre. I giocatori di ogni squadra si dispongono uno accanto all'altro. A ogni giocatore si fa pescare un foglietto chiuso, su cui è scritta una coppia di parti del corpo (mano-fronte, spalla-naso...). Al via i ragazzi leggeranno i foglietti e dovranno con la loro parte del corpo indicata nel foglietto (prima parola) agganciarsi alla parte del corpo del compagno alla loro destra (seconda parola).
Vince: la squadra che, una volta completata la catena umana, resiste di più senza mai staccarsi.
Pubblicato da SacroCuore alle 12:25 0 commenti
Etichette: Gioco, Gioco di squadra
AMAMI COME SEI
Di Monsignor Lebrun
Caro amico, conosco la tua miseria, le lotte e le tribolazioni della tua anima, le deficienze e le infermità del tuo corpo.
So la tua viltà, i tuoi peccati, e ti dico lo stesso: "Dammi il tuo cuore, amami come sei..."Se aspetti di essere un angelo per abbandonarti all'Amore, non amerai mai.Anche se sei vile nella pratica del dovere e della virtù, e se ricadi in quelle colpe che vorresti non commettere più: non ti permetto di non amarmi.Amami come sei ...In ogni istante e in qualunque situazione tu sia, nel fervore o nell'aridità, nella fedeltà o nella infedeltà, amami come sei ...Voglio l'amore del tuo povero cuore; se aspetti di essere perfetto, non mi amerai mai.Non potrei forse fare di ogni granello di sabbia un serafino radioso di purezza, di nobiltà e di amore ?Non sono forse io la Verità e la Vita in seno all'Onnipotente?E se mi piace lasciare nel nulla quegli esseri meravigliosi e preferire il povero amore del tuo cuore, non sono io padrone del mio Amore ?Figlio mio, lascia che ti ami, voglio il tuo cuore.Certo voglio col tempo trasformarti ma per ora ti amo come sei...e desidero che tu faccia lo stesso; io voglio vedere dai bassifondi della miseria salire l'amore. Amo in te anche la tua debolezza, amo l'amore dei poveri e dei miserabili; voglio che dai tuoi cenci salga continuamente un gran grido "Gesù Ti Amo".Voglio unicamente il canto del tuo cuore, non ho bisogno né della tua scienza, né del tuo talento.Una cosa sola m'importa, di vederti lavorare con amore.Non sono le tue virtuosità che desidero; se tu ne avessi troppe; sei così debole che potrebbero alimentare la tua superbia e il tuo orgoglio.Non ti preoccupare di questo.Ogni nato è destinato al grande bene.No, non sarai il servo inutile; ti prenderò per mano con il poco che hai...perché sei creato soltanto per accrescerti e trasformarti.Oggi sto alla porta del tuo cuore come il mendicante, Io il Re dei Re!Busso e aspetto; affrettati ad aprirmi: Non farti alibi delle tue miserie interiori.Se tu conoscessi perfettamente i falli e le tue omissioni: morresti di dolore.Ciò che mi ferirebbe il cuore sarebbe di vederti dubitare di me e mancare di fiducia.Voglio che tu pensi a me ogni ora del giorno e della notte; voglio che tu faccia anche l'azione più insignificante, ma per amore, solo per amore.Conto su di te per darmi gioia...Non ti preoccupare di non possedere virtù: ti darò le mie.Quando dovrai soffrire, ti darò la mia forza.Mi hai dato l'amore, ti darò di saper amare al di là di quanto puoi sognare...Ma ricordati ... Amami come sei ...Ti ho dato mia Madre; fa passare in te la sua purezzae il suo immenso cuore, per esserci anche tu nel nuovo Mondo !Qualunque cosa accada, non aspettare di essere santo per abbandonarti all'amore, non mi ameresti mai ... Và ...
Pubblicato da SacroCuore alle 12:12 0 commenti
Etichette: Preghiere