venerdì 22 gennaio 2010

VIENI E VEDI GIOVANE!

Incontro tenuto da Padre Gabriele.
1) Il nostro è il Dio dell'utopia: dalla giustizia ALLA pace.
Utopia intesa come il sogno che ti spinge più in là, quello che ti fa sempre camminare.
La pace non è una conseguenza dello stare bene, del mettersi a posto, del non aver niente di cui preoccuparsi. La pace è il motore che fa si che tutto il resto si risolva.
2) Essere cristiani è essere fratelli. Eucarestia è condivisione (altrimenti è solo messa). Cristianesimo è azione/coinvolgimento. EX: questo nostro gruppo ha senso se diventiamo riflesso per gli altri, se durante la settimana abbiamo occasione di ripensare a ciò di cui discutiamo, se riusciamo a cambiare modo di vedere quello che ci accade intorno.
3) Il Signore sa quanto vali. Oggi la gente si svaluta o melio, si valuta solo in base a ciò che possiede. Ognuno di noi ha un immenso potenziale eppure viviamo elemosinando (scimmiottando/imitando....)

Luca 10, 26-37
[25] Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: "Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?". [26] Gesù gli disse: "Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?". [27] Costui rispose: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso". [28] E Gesù: "Hai risposto bene; fà questo e vivrai". [29] Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: "E chi è il mio prossimo?". [30] Gesù riprese: "Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. [31] Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. [32] Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. [33] Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. [34] Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. [35] Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. [36] Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?". [37] Quegli rispose: "Chi ha avuto compassione di lui". Gesù gli disse: "Và e anche tu fà lo stesso".
Chi è il nostro prossimo? ...
A Gesù non interessa. Lui ribalta la questione e dice che siamo noi a doverci fare prossimi agli altri.
Il buon samaritano ricalca la figura di Cristo che viene, soccorre, accompagna e paga per noi bisognosi.
Storiella brasiliana: il gatto dei monti e il lupo sono due animali antagonisti nel bosco. Un giorno, un uomo, mentre era a spasso nel bosco, scorge un lupo ferito. Mentre guardava, vede avvicinarsi al lupo un gatto dei monti e si accorge che quello posa un pezzo di carne davanti al lupo e fugge via. Incredulo torna a valle pensando a quello di cui era stato testimone poco prima e, lungo il tragitto, si convince di aver visto male e che di sicuro, il gatto del monte, approfittando delle ferite del lupo, si era avvicinato per rubargli la carne. Il giorno dopo però, ancora dubbioso, decide di tornare su. Ritrova il lupo in una pozza di sangue. Si nasconde e resta in attesa, finchè il gatto del monte non ricompare, ancora con un pezzo di carne in bocca, che lascia al lupo prima di fuggire via. L'uomo torna a valle incredulo e stupefatto, pensando a come gli animali sappiamo andare oltre anche ai propri istinti e a come sappiano aiutarsi nel momento del bisogno. A quel punto decide di fare un esperimento. Prende il sangue di una gallina morta. Si sporca. Si getta al bordo della strada. Attende. Attende un segno da qualche passante. E c'è chi lo schiva, chi gli dà un'occhiata, chi cambia strada fino a che... Ad un certo punto sente una voce chiara che gli dice: alzati e vai tu ad aiutare chi ha bisogno.
Troppo spesso ci aspettiamo dagli altri ciò che noi stessi non facciamo. Dobbiamo essere samaritani allo stesso modo in cui siamo bisognosi.
IMPEGNO SETTIMANALE: farsi cristiani nuovi in questo mondo, nella nostra realtà.
PROSSIMA VOLTA: portare la Bibbia.
Il prossimo incontro con Padre Gabriele, tra due settimane, sarà alle 20.30 e sarà proiettato un film.
PROPOSTA: notte bianca sulla via di San Paolo a Roma.
La notte di sabato 23 gennaio, i gruppi di giovani marchigiani, hanno organizzato una marcia sulle vie di san Paolo, in occasione dell'anno paolino. Nel corso della notte si camminerà per molti km. riflettendo, cantando, pregando... Ci sono pullman a disposizione. Per tutte le informazioni potete rivolgervi a Padre Gabriele 329/1819433

venerdì 15 gennaio 2010

Vieni e vedi giovane!

Incontro tenuto da Don Mirco.

L'incontro inizia partendo dal Catechismo della Chiesa Cattolica che inizia parlando di Professione. In particolare si dice "L'UOMO E' CAPACE DI DIO" ossia "l'uomo cerca Dio". In pratica, in ogni uomo è insita la ricerca di Dio, che può sfociare poi sotto diverse forme.
Sostanzialmente, tutta la fede si risolve in un semplice assioma: o vivi come se Dio esiste o come se non esistesse. Dal momento in cui l'uomo riconosce l'esistenza di Dio, la sua vita, necessariamente sarà diversa. E questo è talmente ovvio nella sua immediatezza quanto difficile nella sua attuazione. Questo è quello che abbiamo nel cuore, a volte senza consapevolezza. Per questo Dio ci viene incontro. attraverso, ad esempio, la rivelazione della Scrittura. Oppure come fa con Samuele.
I° libro di Samuele 3,11
3 [1] Il giovane Samuele continuava a servire il Signore sotto la guida di Eli. La parola del Signore era rara in quei giorni, le visioni non erano frequenti. [2] In quel tempo Eli stava riposando in casa, perché i suoi occhi cominciavano a indebolirsi e non riusciva più a vedere. [3] La lampada di Dio non era ancora spenta e Samuele era coricato nel tempio del Signore, dove si trovava l'arca di Dio. [4] Allora il Signore chiamò: "Samuele!" e quegli rispose: "Eccomi", [5] poi corse da Eli e gli disse: "Mi hai chiamato, eccomi!". Egli rispose: "Non ti ho chiamato, torna a dormire!". Tornò e si mise a dormire. [6] Ma il Signore chiamò di nuovo: "Samuele!" e Samuele, alzatosi, corse da Eli dicendo: "Mi hai chiamato, eccomi!". Ma quegli rispose di nuovo: "Non ti ho chiamato, figlio mio, torna a dormire!". [7] In realtà Samuele fino allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era stata ancora rivelata la parola del Signore. [8] Il Signore tornò a chiamare: "Samuele!" per la terza volta; questi si alzò ancora e corse da Eli dicendo: "Mi hai chiamato, eccomi!". Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovinetto. [9] Eli disse a Samuele: "Vattene a dormire e, se ti si chiamerà ancora, dirai: Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta". Samuele andò a coricarsi al suo posto. [10] Venne il Signore, stette di nuovo accanto a lui e lo chiamò ancora come le altre volte: "Samuele, Samuele!". Samuele rispose subito: "Parla, perché il tuo servo ti ascolta". [11] Allora il Signore disse a Samuele: ...

ACCOGLIERE L'AMORE CHE VIENE DA DIO
"E' lui che (per primo) ha amato noi e ha mandato suo Figlio" (1GV 4,10)

Il racconto del primo libro di Samuele è molto commovente: ci rivela Dio che chiama il piccolo Samuele a una vocazione particolare. A volte si dice che è meglio aspettare che un bambino diventi adulto perchè possa decidere sul suo stato di vita. In realtà, Dio non aspetta che una persona diventi adulta per prepararla ad una vocazione speciale.
Nell'episodio vediamo che l'iniziativa che provoca una significativa esperienza spirituale è presa da Dio.
Similmente nel Vangelo notiamo che l'iniziativa viene presa da Gesù, il quale dice ai suoi discepoli: "NON VOI AVETE SCELTO ME, MA IO HO SCELTO VOI" (Gv 15,16).
La vocazione non è un'iniziativa dell'uomo ma è un dono di Dio. Non siamo noi a deciderla ma a noi spetta soltanto accogliere il dono di Dio.
...
VERIFICA
Quale atteggiamento ha prevalso in me finora: di sforzo per amare Dio con le mie sole forze o di accoglienza del suo amore?
Praticamente, sappiamo riconoscere i segni di amore che Dio ci manda durante le nostre giornate? Siamo cristiani attivi o passivi? Cosa facciamo realmente per sentirlo questo amore di Cristo? Siamo disposti ad accogliere le occasioni che lui ci offre?
IMPEGNO SETTIMANALE: "Un momento da salvare"
Ogni giorno cercheremo di riconoscere in che modo Dio è entrato in relazione con noi.

mercoledì 13 gennaio 2010

Riprendiamo!

Domani sera i giovani si RI-incontrano in Chiesa.
Ore 21.00, salone parrocchiale. Non mancare.
Ciao.



P.S.
Ricordiamo Don Luciano nella preghiera che si accinge ad iniziare la nuova esperienza in Kenia. E magari a qualcuno viene anche la voglia di andarlo a trovare.

Ciao!

mercoledì 6 gennaio 2010

VII° incontro - Vieni e vedi giovane

Tra il Dio che è venuto e il Dio che verrà, c'è quello che VIENE ora. E perchè questo sia un vero Natale, immaginatevi che il volto del Bambino lasci spazio al volto degli emarginati. Gesù non nasce in gesso o legno. Gesù non nasce per essere adorato solo davanti ad un presepe o dentro una chiesa. Gesù lo accogli in una persona. E quella persona accoglie Gesù. Il Natale, se non accogliamo l'altro, è solo un teatrino.
Il sogno di Dio è che noi sappiamo accogliere Gesù.
Ci sarà difficile fino a quando la nostra vita sarà condizionata da quelle impalcature che ci impediscono di andare incontro all'altro come il profitto, il possesso e la competizione. Queste devono essere sostituite dalla gratuità, dalla generosità e dall'uguaglianza. In questo modo è Natale.
Solo se siamo d'accordo su questo possiamo davvero prepararci ad accogliere davvero il Natale e qualcuno: chi si trova nella povertà materiale, chi si sente solo, chi si sente vuoto...quella persona sarà per noi NATALE.
P.S. purtroppo il riassunto dell'incontro è arrivato un po' in ritardo. Augurandoci che sia stato un Santo Natale, speriamo che questa riflessione possa aiutarci anche alla fine di queste feste.