giovedì 20 maggio 2010

Vieni e vedi giovane

Stasera l'incontro previsto da Padre Gabriele è saltato per problemi tecnici (la fotocopiatrice non funzionava). Abbiamo ovviato con un argomento leggero leggero e facile facile in vista della prossima domenica di Pentecoste: lo Spirito Santo.
Una carrellata sul modo di manifestarsi ci ha mostrato che lo Spirito dapprima aleggiava, poi era un soffio di vita, poi manda in trance Saul, agisce per il concepimento di Maria e conduce Gesù al deserto.

In Giovanni 14, 15-21
[15] Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. [16] Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, [17] lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi. [18] Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. [19] Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. [20] In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi. [21] Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui".

Durante questo discorso nell'ultima cena, Gesù presenta lo S.S. come consolatore, verità, difensore, paraclito (sotenitore) dei discepoli. Lo spirito Santo è colui che mette ordine nel caos della vita. In questo mondo affamato di approvazione, di sentimenti, di conferme, lo S.S. è colui che saziaperchè ti fa sperimentare il legame di amore gratuito che ti unisce a Cristo. Una volta sperimentato questo il resto ci sembrerà niente.

Negli Atti 2,1-13
[1] Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. [2] Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. [3] Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; [4] ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi. [5] Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo. [6] Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua. [7] Erano stupefatti e fuori di sé per lo stupore dicevano: "Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? [8] E com'è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa? [9] Siamo Parti, Medi, Elamìti e abitanti della Mesopotamia, della Giudea, della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia, [10] della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, stranieri di Roma, [11] Ebrei e prosèliti, Cretesi e Arabi e li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio". [12] Tutti erano stupiti e perplessi, chiedendosi l'un l'altro: "Che significa questo?". [13] Altri invece li deridevano e dicevano: "Si sono ubriacati di mosto".
Lo S.S. si manifesta nel momento in cui nessuno lo aspetta. E si manifesta in un momento di comunione fraterna. L'azione dello S.S. che dona la capacità delle lingue mette questo pezzo biblico in contrasto con il racconto di Babele.
In Babele, tutti parlano la stessa lingua ma nessuno si capisce.
In Pentecoste tutti parlano lingue diverse ma si capiscono.
Ciò significa che quando mettiamo le nostre esigenze al di sopra di tutto non lasciando lo spazio a quel legame d'amore che Dio vuol creare con noi per mezzzo dello Spirito, iniziano le incomprensioni e innalziamo barriere che ci impediscono di avvicinarci all'altro.
Prossimo incontro: mercoledì 26 maggio ore 21.00

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